| La zona nota come area ex-ILVA è situata all'interno del centro abitato di Follonica (GR) e racchiude gli stabilimenti ormai dismessi dell'ex-ILVA. La posizione geografica degli stabilimenti dell'ex-Ilva è stata determinata dalla equidistanza fra le miniere di ferro elbane e i grandi boschi demaniali dove veniva prodotto il carbone di legna. Sui due lati dell'area si è sviluppata una lottizzazione a maglie ortogonali che ha interessato il territorio compreso tra la fabbrica e la marina. Oggi, con le espansioni che si sono sviluppate oltre il torrente Petraia, l'area è collocata in posizione baricentrica rispetto all'agglomerato urbano complessivo. Attualmente alcuni fabbricati versano in condizioni di completo abbandono, altri sono già stati destinati ad attività importantissime per la città, vista la centralità dell'area.
1546
Gli Appiani, signori di Piombino, fanno costruire a Follonica, accanto a un mulino già esistente, una ferriera alla casentinese per fondervi il ferro estratto dalle miniere di Rio dell'Elba.
1557-1568
Follonica viene dotata, probabilmente da Cosimo Granduca di Toscana, di un nuovo impianto di raffinazione del ferro.
1577-1578
Sotto la direzione di Benedetto Tornaquinci viene costruito un grande forno fusorio per fondere il ferro elbano
1815
Col Congresso di Vienna la giurisdizione sui territori dell'ex Principato di Piombino passa al Granducato di Toscana e inizia un'azione di ammodernamento e miglioramento degli impianti produttivi.
1831
Leopoldo II dà il via alla grande bonifica maremmana e Follonica diviene il centro dell'Imperiale e Reale Amministrazione delle Miniere di Rio e delle Fonderie del Ferro di Follonica (IRAMFF) che avvia un intenso programma di rinnovamento tecnologico degli impianti, facendo di Follonica uno dei più moderni e funzionali poli della siderurgia a livello nazionale. Da questa data iniziano le vicende connesse all'attività dei nuovi stabilimenti industriali. |
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