| Pianta ornamentale ricca di oli aromatici con infiorescenze a spiga costituite da fiori piccoli, azzurri o violacei, da cui si estrae l'olio e l'essenza, largamente usata in profumeria.
La raccolta si effettuata in primavera inoltrata, inizio estate e spesso si fa combaciare con la festività di San Giovanni Battista (24 giugno), quando si preparano dei mazzetti che vengono posti nei cassetti per profumare la biancheria.
Studi riguardanti la coltivazione della lavanda nel ponente ligure per la produzione di essenza, risalgono alla fine degli anni 50 del Novecento. Il mercato, inizialmente nazionale e internazionale, si è ormai ristretto a quello di ambito locale e regionale. Le piante comunemente chiamate lavanda appartengono alla famiglia delle Labiate: nelle coltivazioni liguri sono presenti la lavanda vera e il lavandino, incrocio tra Lavanda latifolia e Lavanda officinalis. L'essenza che viene estratta è contenuta in speciali ghiandole oleifere sessili che si trovano tra le scanalature che solcano longitudinalmente il calice fiorale. Il principale costituente dell'essenza è l'acetato di linalile: questo aumenta con l'altitudine, perciò la migliore essenza si ottiene da piante cresciute fra i 1500 e 1700 m slm. Attraverso il processo di distillazione si produce l'olio essenziale di lavanda.
Il rendimento e la composizione in sostanze aromatiche risulta in funzione di fattori quali l'altitudine, il terreno, le concimazioni, l'epoca di raccolta e la tecnica di distillazione.
Due sono i sistemi per la distillazione artigianale dei fiori di lavanda: a fuoco diretto e a corrente di vapore. Il sistema a fuoco diretto, anche se conferisce un certo odore di bruciato, fornisce, secondo alcuni, essenze più fini con un bouquet caratteristico. Il sistema a corrente di vapore fa aumentare la resa in essenza in quanto la distillazione risulta più rapida e presenta un aumento di numero di esteri. |
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