PL56 Farina di Neccio della Garfagnana

identificazione
PL56
Farina di Neccio della Garfagnana
P5 Provincia di Lucca
Paste, pane e farine
zona
Toscana
Lucca
Garfagnana
altre info
DOP
No
La testimonianze più antiche della presenza del castagno in Garfagnana risalgono ad alcuni rari documenti del VII - VIII secolo d.C.. Probabilmente un sensibile incremento dei castagneti in Garfagnana si è avuto comunque posteriormente ai secoli del tardo impero romano e dell'alto medioevo. A partire dal 1400, con il progressivo aumentare della popolazione, crebbe anche l'importanza del castagno tanto che la sua coltivazione subì un notevole incremento fino a raggiungere il suo apice all'inizio dell'800. Il castagno, definito anche "albero del pane", ha sfamato con i suoi frutti intere popolazioni montane, ed ha caratterizzato la cultura e le tradizioni stesse della gente di montagna. La ¿Farina di neccio della Garfagnana DOP¿, un tempo considerata l'alimento base delle classi umili, si ottiene dalla lavorazione delle castagne. Dopo l'eliminazione dei frutti non integri, le castagne vengono poste ad essiccare nel ¿metato¿, su cannicci di legno, per almeno 40 giorni. Quindi vengono sottoposte a battitura (pulitura) e selezione per eliminare i frutti bacati e quelli che non presentano caratteristiche ottimali. La molitura avviene in mulini con macina di pietra, quindi la farina ottenuta viene stoccata e infine confezionata. La ¿Farina di neccio DOP¿, secondo il disciplinare di produzione, può essere presente sul mercato a partire dal primo Dicembre di ogni anno. Viene utilizzata per la polenta dolce, il castagnaccio, i necci, i biscotti ed altri dolci

Polenta di neccio... e tanti modi di accompagnarla
La polenta di farina di neccio è un rito che, nella nostra tradizione, si tramanda di padre in figlio da sempre. Nel paiolo, quando bolle l'acqua salata, si getta lentamente la farina di neccio e si sbatte con il "meston", per non far formare i grumi. Dopo una mezz'ora, quando è cotta, si rovescia sul "tarvello" e si staccano le porzioni con il "cavicchio". La polenta si accompagna con i polputi ossi di maiale, con della ricotta fresca, con del biroldo fritto... ovvero con tutti quei sapori forti che ben si sposano alla sua dolcezza.
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ItinerarioAzioni
LU001 Ponti nel tempoProd-Itin:601
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