| La coltura della fava è caratteristica delle regioni centro - meridionali dell'Italia. In quasi tutte le regioni del nord è praticamente sconosciuta, dove non si consuma cruda. Fa eccezione la Liguria, dove la coltivazione di questa leguminosa ha radici antichissime e dimostra il legame che unisce la Liguria con il sud Italia. Non esistono o non si conoscono delle cultivar tipiche specifiche della Liguria, ma la coltura e l'uso alimentare sono certamente radicati in modo profondo. Lo dimostra l'uso, sconosciuto ai "padani" ma diffuso nell'Italia centro meridionale, di consumare le fave crude ad inizio maturazione, insieme al salame o al formaggio. La coltivazione è presente in tutti gli orti familiari e finalizzata quasi esclusivamente all'autoconsumo. Un elemento caratteristico dell'imperiese, è quello di seminare le fave a settembre per raccoglierle come primizia a Natale. Per il resto la coltivazione è quella standard, con semina a fine inverno e raccolta ai primi di Maggio. |
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| La presenza antica della coltivazione della fava nella provincia di Imperia è dimostrata anche dalla ricetta qui proposta. Una ricetta dalle origini remote, usata dai marinai, come suggerisce il nome: "Marò". Si tratta di una salsa o "pesto" i cui ingredienti sono le fave fresche (500 gr), la menta (8 foglie), aglio, olio extra vergine di oliva taggiasca, sale grosso, pepe, aceto secondo i gusti. Le fave sgusciate e pulite della pellicina esterna vengono pestate nel mortaio con la menta, l'aglio ed il sale grosso. Quando la crema è omogenea, si versa in una terrina e si aggiunge il pepe ed un poco di aceto. Infine si aggiunge l'olio fino a raggiungere una consistenza semiliquida e cremosa. In una versione più moderna si aggiunge anche formaggio pecorino e maggiorana. |
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